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Domande frequenti
Come faccio per essere arruolato come pretoriano?
L'iter è spiegato a questa pagina dedicata.
È dovuto un costo di iscrizione annuale?
Si. La tariffa annuale, viene decisa ogni anno in base alle esigenze del gruppo. Serve per compensare alcuni costi organizzativi (telefonate, fax, sopralluoghi, ecc.) e all'acquisto dei beni necessari allo svolgimento delle attività.
Con l'iscrizione si hanno alcuni vantaggi, uno di questi è l'accesso al nostro bollettino di gruppo Ad Locvtio che oltre a contenere notizie sulle attività, spesso contiene anche le ricerche e gli studi fatte dai soci.
Come faccio ad iscrivermi alla Scuola di Gladiatura?
Dal 2015 i luoghi per gli allenamenti sono principalmente Cuneo e secondariamente Torino. La partecipazione alle attività gladiatorie prevede l'obbligo di iscrizione all'Associazione Culturale Cisalpina per motivi assicurativi. Questo da accesso in modo automatico al progetto n.1 sui pretoriani e godranno di ogni diritto e dovere derivante dallo stato di soci e il sottoscrivente dovrà specificare all'atto della sottoscrizione la volontà a partecipare al progetto sui gladiatori.
Per ulteriori informazioni riferirsi ai responsabili alla pagina dei contatti.
Quali sono i miei obblighi una volta "arruolato" tra i pretoriani?
Non esistono obblighi particolari. Per i soci ordinari si chiede la presenza ad almeno un paio di eventi uno dei quali deve essere il raduno ufficiale di tutto il gruppo.
Quali sono i requisiti minimi, in termini di equipaggiamento, per iniziare come pretoriano?
Tunica bianca, caligae, focale azzurra, gladio, elmo.
Il resto si fa con il tempo (lorica, balteus, pilum, scutum, paenula, ecc.).
Quale tipo di equipaggiamento è ammesso ?
Il gruppo lavora soprattutto sulla qualità. Pertanto occorre procurarsi un equipaggiamento del livello minimo di qualità decisa dall'Associazione. Dare una definizione del nostro concetto di qualità è difficile per il tipo di tema che stiamo trattando. Per l'esperienza maturata fin qui l'equipaggiamento deve essere approvato dal centurio prima di ogni acquisto. Per le forniture di solito suggeriamo alcuni fornitori noti e affidabili e in qualche caso saremo direttamente noi a fornire ad un prezzo congruo l'equipaggiamento necessario di "qualità". A titolo informativo vi invitiamo a leggere queste pagine della nostra fabrica.
Perchè avete scelto di riprodurre i pretoriani?
Rimandiamo ad un'attenta lettura del nostro progetto "Cohors III Praetoria".
Perchè i vostri colori predominanti sono il bianco e l'azzurro e non il rosso?
Capita non di rado che ci venga chiesto il motivo per cui il nostro gruppo abbia i colori dominanti bianco e azzurro, mentre la stragrande maggioranza dei gruppi di rievocazione storica militare romana ha un aspetto generale tendende al colore rosso.
Non solo, ci si è resi conto che spesso il turista/spettatore non è in grado di cogliere alcuni particolari del nostro abbigliamento, ovvero tutti quei piccoli dettagli che ci fanno distinguere da altri gruppi che non si curano di fare una minima ricerca storica affidandosi alle malevoli cure di commercianti senza scrupoli che si improvvisano esperti di Roma Antica per di vendere a caro prezzo oggetti di dubbio valore (storico).
In altri ambiti è anche capitato che il nostro gruppo abbia fatto scelte decisamente controcorrente per quello che è l’orientamento comune dei rievocatori romani oppure abbia percorso strade pionieristiche spiazzando anche gli esperti.
Il colore, soprattutto quello delle tuniche, è uno degli ambiti che dal 2000 al 2005 ha visto più di ogni altro violente discussioni tra i rievocatori. Il nostro gruppo, al termine di lunghe ricerche e riflessioni, ha fatto la scelta di adoperare delle tuniche bianche con i laticlavii blu scuro1 e adoperare il blu egizio (che chiamiamo oggi azzurro) per scudi e vessillo.
Una delle cose alle quali è stata prestata la massima attenzione è di evitare al massimo quell’impressione “machista” che è divenuta tipica nelle rappresentazioni retoriche degli antichi romani soprattutto negli articoli di larga diffusione (magliette, statuette, souvenir, soldatini, ecc.) cercando al contrario di enfatizzare maggiormente la figura di un soldato umiliato prima che fiero, costretto dalla situazione prima che esaltato, per tentare di fare emergere la più probabile verità di una umanità con pochi diritti e poco incline a quella retorica propagandistica che proprio gli antichi romani ci hanno trasmesso.
Sono state fatte, inoltre, le seguenti considerazioni:
1) Nella Roma del I secolo d.C. il colore non era più una risorsa particolarmente costosa quindi è ammissibile che esso potesse essere adoperato dai militari per fare, per esempio, i laticlavii blu come uno dei possibili viraggi dell’ossidazione della porpora. Il lino-bianco non era per poveri, anzi, lo sbiancamento del lino, che naturalmente appare verde-grigio, era un processo costoso almeno quanto una tintura. Pertanto abbiamo ritenuto adeguato allo status di “pretoriano” l’uso del lino bianco dal momento che i pretoriani disponevano di molte maggiori risorse economiche che destinavano in gran parte al loro equipaggiamento. In generale sulla presunta "enorme" costosità dei tessuti bianchi, deve essere precisato il tipo di tessuto. La lana e il cotone nascono già di un bianco perfetto e non necessitano di altre lavorazioni pertanto la loro diffusione in antichità era grande ed era normale consuetudine vestire tuniche e toghe in lana bianca.
2) L’uso del bianco è anche suggerito dal fatto che i pretoriani sono sovente associati ai “candidati” ovvero quei militari che venivano onorati con il permesso di vestire il bianco durante i trionfi.
3) L’uso delle tuniche bianche è anche associato ai “corpore custodis” ovvero quei pretoriani che si dedicavano ai compiti di guardia del corpo dell’Imperatore un compito probabilmente fatto a rotazione come "corveé".
4) L’uso del blu egizio, ossia quello che è oggi chiamato azzurro e che poi altro non è che il futuro colore di Casa Savoia utilizzato ancora oggi per le magliette della nazionale di calcio, è una ipotesi che hanno fatto in molti. Partendo dal fatto assodato che fosse uno dei 2-3 colori più usati nei tempi romani perchè ottenuto con un semplice ed economico processo di ossidazione del rame, abbiamo considerato che esso fosse spesso associato al valore della fedeltà, cosa che per quanto attiene ai pretoriani risulta un interessante legame logico.
5) Infine il gruppo lavora costantemente per assicurarsi che i colori siano “brillanti” e nuovi, ossia preferibilmente non sporchi, sbiaditi dal sole o impolverati. Il concetto verrà ripreso nei prossimi punti, ma l’impressione, che siamo certi vi era in epoca antica per qualsiasi popolo, era di forti colorazioni un po’ come oggi possiamo avere dalle strade delle città dell’India dove è possibile notare degli sgargianti trionfi di colori dei vestiti delle donne.
6) È severamente vietato l’uso del nero in qualsiasi circostanza fuori dai funerali o i lutti. L’unica eccezione può essere fatta per quei manufatti provenienti da lana o crine di cavallo che già all’origine sono neri e pertanto non potrebbero essere facilmente de-colorati.
Non avete un aspetto troppo pulito e curato, in altre parole troppo "nuovo"?
Una immagine curata e pulita è molte volte attestata dalle fonti, una voce sopra tutti quella di Flavio Giuseppe che rivela a riguardo anche altri particolari fondamentali per la ricostruzione romana. Se il concetto di pulizia e, soprattutto, lucentezza è attestato in generale per i miles delle legioni, la cosa non può che assumere maggiore enfasi se si parla dei pretoriani. 3 4 5
Pertanto nelle nostre ricostruzioni cerchiamo sempre di curare la lucentezza dei metalli e la pulizia dei vestiti che a maggior ragione è giustificata nell'ambito dei pretoriani.
Questo spiega una delle usuali lamentele del pubblico e anche degli specialisti che ci attribuiscono una immagine “troppo nuova”, come se per forza di cose i romani dovessero andare in giro trascurati nel loro modo di vestire cosa che sappiamo molto bene non essere vera.
Quali tipi di armatura si può usare?
Nel nostro gruppo sono rappresentate tutte le armature note per il mondo romano. Esse tuttavia sono adoperate con raziocinio. Hamate e segmentate sono in uso ad ogni possibile figura: dal centurione al normale gregario, mentre squamate, plumate e muscolate vengono riservate a coloro che hanno incarichi speciali come i centurioni, i vexilliferi, ecc.
Nella distribuzione di queste armature si è comunque cercato un minimo comune denominatore. Ad esempio le hamate sono ad uso preferenziale di coloro che fanno il reparto di cavalleria mentre le segmentate per coloro che compongono la fanteria.
Abbiamo scelto di rappresentare i pretoriani in assetto da battaglia riferendosi alle parole di Tacito che indicano che i pretoriani avessero gli stessi equipaggiamenti dei legionari per quanto attiene alle situazioni belliche.6 7
Se siete pretoriani perchè non usate l'elmo attico?
La questione dell'elmo è per noi la più spinosa per via dell'immagine stereotipata che è stata trasmessa dai romani e dall'eco dei film cosiddetti "peplum" degli anni tra il 1958 e il 1970 circa dove Hollywood e Cinecittà producevano a ritmo frenetico kolossal e b-movie ambientati in epoca romana e radicando nell'immaginario collettivo un'immagine del tutto errata.
Sebbene in assetto da battaglia vi siano le testimonianze di Flavio Giuseppe e Tacito riguardo all'armamento del tutto simile ai normali fanti, tuttavia vi sono numerose raffigurazioni di pretoriani con elmi più ricercati per lo più i famosi "Attici". Tutte le riflessioni e le ricerche fatte, pur non essendo conclusive, al momento ci hanno fatto orientare sul ritenere tali elmi esclusivamente da parata o di uso ad appannaggio dei ranghi elevati quali i tribuni o al massimo i centurioni. Il fatto poi che l'archeologia abbia restituito un solo piccolo pezzo riconducibile ragionevolmente al classico elmo attico, non aiuta a fare scelte a favore di tali elmi.
La nostra scelta, quindi, è quella in genere di preferire l'assetto da battaglia più che quello da doveri cittadini, e questo può essere un argomento utile ad aggirare il problema di usare gli elmi attici.
Per i normali gregari la scelta è caduta sugli elmi legionari in voga nel periodo (Gallici o Italici secondo il Robinson).
Per i cavalieri si è scelto di adoperare le riproduzioni che il Robinson attribuisce agli Hyppica Gymnasia, ma che oggi sono universalmente accettati anche come elmi di normale utilizzo presso la cavalleria. Tuttavia Flavio Giuseppe avverte anche in questo caso che i cavalieri legionari potessero avere elmi e corazze identiche ai fanti.2
Sono obbligato ad usare lo scudo come il vostro?
Si. L'unico elemento certo di distinzione tra le truppe romane era lo scudo.
Lo scudo viene dato dall'associazione ai membri del gruppo in occasione degli eventi o affidato in modo permanente con l'obbligo di farne buona cura.
Non è permesso, a chi non è provvisto dello scudo ufficiale dell'Associzaione, di sfilare con noi.
Questo non impedisce che a livello privato ognuno non possa collezionare e usare privatamente altro equipaggiamento.
Secondo l’orientamento più comune i pretoriani erano dotati di scudo ovale, del resto tutte le loro rappresentazioni iconografiche e in un caso anche letterarie2 , mostrano proprio scudi di questo tipo. Il disegno è quello dei pretoriani del rilievo della cancelleria del Vaticano.
L’uso del blu egizio è conseguenza delle scelte fatte riguardo al discorso più generale dei colori (vedi paragrafo relativo), e in questo caso si aggiunge anche il fatto che lo scudo rappresenta alcuni simboli come la luna e le stelle, per cui un “cielo” azzurro può sembrare adeguato, come del resto faceva anche Giotto nel 1200.
Lo scudo è stato realizzato utilizzando tre strati da 2 mm di faggio incollati con colle naturali, e rivestito su entrambe i lati da lino imbevuto di colla. Sulla parte frontale è stato poi applicato uno strato di pelle di 1mm e il colore delle decorazioni.
L’umbone si distacca dal modello originale per motivi di costi e reperibilità, ma speriamo di sostituirlo appena possibile.
Su questo fondamentale elemento dell’equipaggiamento è possibile avere anche la brochure che spiega in dettaglio ogni scelta fatta per la sua costruzione.
È necessaria una preparazione fisica per il gruppo dei pretoriani?
In generale non vengono proposte grandi fatiche, ma talvolta è richiesto un certo impegno fisico.
Da quando abbiamo cominciato, abbiamo condiviso anche attività sperimentali che prevedono dei
combattimenti di squadra relativamente impegnativi dal punto di vista fisico.
Queste attività "belliche" non le riteniamo obbligatorie. Chi
non se la sente si può astenere, anche se, va detto, si perde almeno la metà del divertimento.
Tra le altre attività vi sono i campi nei quali cerchiamo di ricreare
l'atmosfera di un campo mobile di soldati romani. Non è pesante in se, ma
può risultare un minimo stressante perchè obbliga a rinunciare per
qualche tempo alle comodità della vita moderna.
Tuttavia va ricordato che portarsi sulle spalle 25-30 chili di ferro per
diverse ore può essere pesante, soprattutto per chi non è abituato.
I combattimenti sono reali o simulati?
I combattimenti sono solo parzialmente simulati, basati sulla forza e l'uso delle armi pur senza portare il colpo volutamente sul corpo avversario. Naturalmente esiste una piccola dose di pericolosità in queste attività correlate all'uso di oggetti contundenti a volto scoperto.
Durante i combattimenti è vietato l'uso di armi di ferro: rudis di legno al posto del gladio e lance dotate di opportune protezioni per limitare od eliminare i danni a persone e cose.
Esiste una assicurazione infortuni a coprire gli eventi?
L'Associazione provvede un'assicurazione con la copertura di Responsabilità Civile per gli associati nell'anno in corso coperta dalle quote di iscrizione, ma non un'assicurazione infortuni.
Sebbene sia difficile procurarsi infortuni veri e propri è forse molto più facile procurare danni al
proprio equipaggiamento.
In generale ognuno risponde di tutto sotto la propria responsabilità. È fatto salvo il caso in cui
gli organizzatori di un evento si dotino di una propria assicurazione. Nel caso verranno fornite le adeguate documentazioni prima di ogni evento.
Il vostro è un gruppo paramilitare?
A tutti gli effetti no.
Chiariamo però che in certi momenti occorre fare i "seri", per
cui quando gli ufficiali (es.: il centurione) lo annunciano, si passa ad uno "stato" di
obbedienza agli ordini e ai comandi per ricreare il più possibile l'atmosfera "militare" o, sarebbe meglio dire, di sottomissione come era un tempo.
Questo per un fatto essenzialmente di serietà, ma ci siamo accorti anche di maggiore divertimento.
A questo proposito è utile ripassare talvolta la lista dei comandi in latino che possono essere
chiamati.
A questo proposito vorremmo scoraggiare quanti si sentono troppo emotivamente coinvolti dalla storia
romana. Ci è capitato talvolta di incontrare persone che, in totale dispregio della storia in generale,
hanno colto solo aspetti propagandistici perdendo di vista "l'uomo" nella sua complessità e
sfociando in atteggiamenti non scevri da esaltazione e, in alcuni casi, anche privi di controllo.
Per fare un esempio, che ben sintetizza quanto appena detto, nel nostro gruppo non sono permessi saluti
nazifascisti (che la ricerca storica ha ormai definitivamente chiarito non essere minimamente romani) o altri gesti
che la cinematografia continua a proporre come presunti saluti militari in uso tra i romani.
Posso scegliere se fare il tribuno, il legato, o l'optio? Esiste una gerarchia?
Si. Per un fatto di serietà esiste una gerarchia basata su meriti ed anzianità.
Chi si arruola entra come tiro e gregario. Sarà poi sul "campo" che si dovrà dimostrare attaccamento al gruppo e "impegnarsi" per la causa.
Impegno, entusiasmo e risultati servono a conseguire eventuali avanzamenti in "carriera".
Attualmente il gruppo è comunque troppo piccolo per richiedere ulteriori ufficiali.
A tutti è richiesta, proprio per questo, una buona dose di umiltà. Non importa chi si è o cosa si fa nella vita, e potrà capitare che, anche se siete dei dirigenti di azienda,
vi venga chiesto di fare dei servizi umili o di essere sgridati perché non si sta bene in fila.
Quali sono le attività del gruppo?
Oltre alle classiche comparsate per animare eventi degli enti locali e la
partecipazione ai raduni, capita spesso di organizzare veri e propri eventi culturali.
Una delle attività del passato, ad esempio è stata la realizzazione di un libro fotografico per la divulgazione tra i ragazzi delle scuole, l'animazione di eventi culturali presso scuole e musei e
la ricerca sui due fronti letterario e archeologico.
Tra gli scopi dichiarati c'è infatti quello della diffusione e stimolazione culturale della storia
romana antica. Miriamo, partendo da un hobby divertente, a raggiungere quante più persone, anche
culturalmente meno dotate, per stimolare la curiosità storica a partire dalle epoche che hanno
fatto della gente italica i dominatori del mondo conosciuto.
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La legge italiana per le armi bianche
Una delle tante preoccupazioni che spesso emergono tra i reenacter italiani è sulle possibilità di produzione, detenzione e trasporto delle inevitabili armi bianche con cui abbiamo a che fare.
Di seguito alcune FAQ:
1 - devo possedere un porto d'armi?
No, le armi bianche non lo necessitano.
2 - devo denunciare le mie armi bianche?
Si. Se davvero di armi si tratta. Di solito i rievocatori (reenacter) adoperano spade e pugnali senza filo e con punta arrotondata. Tali strumenti sono considerate oggetti di uso scenico per cui non atti ad offendere.
3 - Quali limiti prevede la legge per l'uso di tali strumenti?
Anche se stiamo trattando di oggetti non atti ad offendere i reenacter di fatto maneggiano armi letali solo di ridotta pericolosità. Pertanto il loro uso e trasporto è permesso solo nel contesto per il quale sono state create o acquistate (esibizioni, studio, ecc.).
Trovarsi con un gladio sebbene spuntato e non affilato ad una manifestazione no-global può portare ovviamente conseguenze ben più
gravi del semplice arresto. In questo caso il buon senso può evitare spiacevoli situazioni.
(si ringrazia e.mori@giustizia.it per le informazioni)
1 Sull'assenza colore blu, come lo intendiamo noi ovvero scuro, in epoca antica si sono scritti una lunghissima serie di trattati già in epoca medioevale addirittura ipotizzando che i romani fossero in una qualche misura daltonici. Le ricerche sono concordi nel riferire che il blu era più che conosciuto, Plinio descrive bene come lavorare l'indaco, ma era scarsamente o per niente usato, perché non considerato un vero colore o comunque un colore "barbaro". Per via di questo è accettabile nelle nostre rievocazioni per piccole porzioni di indumenti come i laticlavii delle tuniche, ma non in pezzi più grandi o importanti come pterugi, paludamenti, piume ornamentali, tuniche, mantelli, ecc.
2 Le Guerre Giudaiche (III,5,5) - Flavio Giuseppe
"I fanti scelti che attorniano il comandante portano una lancia (hasta) e uno scudo tondo (parma), il resto dei legionari un pilum e uno scudo oblungo e inoltre una sega, un cesto, una picozza e una scure, e poi una cinghia, un trincetto e una catena, e cibo per tre giorni.
I cavalieri portano una grossa spada sul fianco destro e impugnano una lunga lancia, uno scudo è posto obliquamente sul fianco del cavallo, e in una faretra sono riposti tre o più dardi (tragulae) dalla punta larga e grandi non meno delle lance; l'elmo e la corazza sono uguali a quelli di tutti i fanti."
3 Le Guerre Giudaiche (III,7,26) - Flavio Giuseppe
"(..) quando videro i nemici con le armi in pugno ai piedi delle mura diroccate e i monti che
sovrastavano all'intorno balenare per il luccichio delle armi e le frecce che spuntavano al disopra degli arcieri
arabi, proruppero in un grido straziante come l'ultimo che precede la fine, quasi che la catastrofe non fosse più
una minaccia, ma ormai una realtà."
4 Le Guerre Giudaiche (V,9,1) - Flavio Giuseppe
"Secondo l'uso, i fanti tirarono fuori le armi da parata dalle casse in cui erano state fino allora riposte,
e venivano avanti armati di tutto punto mentre i cavalieri conducevano i loro cavalli tutti bardati.
La zona antistante alla città rifulse per largo tratto di argento e d'oro, e di quello spettacolo nulla fu
più gradito ai romani e più terrificante per i nemici."
5 "Epitoma Rei Militaris" (1,XX,11) - Flavius Vegetius Renatus
"Vnde enim apud antiquos murus dicebatur pedestris exercitus, nisi quod pilatae legiones praeter scuta etiam catafractis galeisque fulgebant?"
Per quale motivo infatti la fanteria veniva chiamata "muro" dagli antichi, se non per il fatto che le legioni con i giavellotti splendevano, oltre che per gli scudi, anche per le corazze e gli elmi?
6 "Historiae" (1,38) - Publius Cornelius Tacitus
"rapta statim arma, sine more et ordine militiae, ut praetorianus aut legionarius insignibus suis distingueretur: miscentur auxiliaribus galeis scutisque..."
Prelevate le armi, senza rispettare alcun ordine, confondendo le insegne pretoriane e legionarie e mescolando elmi e scudi degli ausiliari...
7 "Historiae" (3,23) - Publius Cornelius Tacitus
"lateque cladem intulisset ni duo milites praeclarum facinus ausi, arreptis e strage scutis ignorati, vincla ac libramenta tormentorum abscidissent. statim confossi sunt eoque intercidere nomina: de facto haud ambigitur. neutro inclinaverat fortuna donec adulta nocte luna surgens ostenderet acies falleretque. "
L'eccidio sarebbe stato ancora peggiore se due soldati (pretoriani) (..) mimetizzandosi grazie agli scudi presi a due cadaveri, non ossero riusciti a recidere le corde dei contrappesi delle macchine (..)
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